Il papà della Yattaman Cult Collection: Francesco Capoti

Grazie al lavoro di Yamato Video, licenziatario di Yattaman in Italia, e alla collaborazione con Corriere dello Sport e Tuttosport è in distribuzione nelle edicole, tutti i lunedi, la Yattaman Cult Collection. Come fanclub di Yattaman abbiamo l’onore di intervistare il papà di questa serie di action figure, la prima collezione interamente ideata e prodotta al di fuori della madre patria di Yattaman. E poteva essere realizzata solo in Italia, paese dove la serie ha avuto più successo che in tutti gli altri, e paese di un talento italiano che tutti ci invidiano, ma non fateglielo sapere perché non ama vantarsi dei propri successi. Stiamo parlando di Francesco Capoti Art Director della Pea&Promoplast e responsabile del team di prototipazione e produzione.

Fabio- iniziamo col chiederle la sua formazione e come è arrivato a fare questo particolarissimo lavoro.

Francesco Capoti- Ho frequentato la scuola grafica a Torino e ho poi conseguito il diploma di scenotecnico e scultura. Da circa 28 anni lavoro nel settore della pubblicità, dapprima come disegnatore e grafica. Poi ho portato avanti un discorso di illustrazione con aerografo. Le mie doti principali però sono ben presto emerse con l’inizio dell’era del gadget e della promozione. Ho iniziato a fare un po’ di design su oggetti richiesti da clienti per poi modellare i primi pupazzetti.

La mia vena artistica, gli artisti hanno sempre la testa un po’ errante, mi ha portato a ricercare sempre il meglio e sono così approdato ad aziende specializzate nel settore della promozione e dei gadget. Qui ho continuato ad affinarmi nel settore di disegno, scultura e colorazione nella action figuring.

Fabio- Il suo nome e il lavoro del suo team è riconosciuto a livello internazionale…

Francesco Capoti- Si abbiamo lavorato su famosi personaggi e ricevuto vari riconoscimenti da Disney e Warner Bros e altri licenziatari. Uno degli ultimi lavori a livello internazionale è stata la Red Invasion, una campagna pubblicitaria per il lancio del film nelle varie piazze europee gli Angry Birds, mentre per l’Italia voi ricorderete la serie di Holly e Benji sempre con Corriere dello Sport e Tuttosport su licenza Boing.

Fabio- Ed ora è famoso anche per aver realizzato la Yattaman Cult Collection, realizzazione italiana di una ben nota serie di cartoni animati della Tatsunoko. Innanzitutto complimenti per l’ottimo risultato e la resa tridimensionale dei personaggi!

Francesco Capoti- Grazie sono contento che piaccia, sopratutto ai fan esperti come voi. Vi rivelo che attraverso il cliente abbiamo appreso che la stessa Tatsunoko è rimasta favorevolmente impressionata dalla qualità e dalla interpretazione fatta da noi dei loro personaggi.

Fabio- Bello vedere riconosciuto il proprio lavoro! Siamo orgogliosi sia un prodotto italiano, ma ci spieghi i passaggi che sono stati necessari per realizzare collezione.

Francesco Capoti- inizialmente in attesa arrivassero i disegni, ci siamo portati avanti a buttare giù qualche idea, in seguito arrivati tutti i disegni dalla casa madre ma non rispettavano un unico stile e idea del personaggio. Di ognuno di loro c’erano almeno tre o quattro versioni. C’è stato d’aiuto poi sia visionare il cartone animato stesso sia i disegni inviati da newbokan.

nota: Si vedono anche solo per lo Yatta Panda le diversità di espressione e proporzioni.

Francesco Capoti- Come primo passo ho allora dovuto fare una mediazione e una mia personale interpretazione: dai dieci tipi di occhi e sguardi, ai vari tipi di postura e smorfia della faccia cercando i particolari più espressivi o facendoli diventare tali.

La seconda difficoltà è rendere la stessa cosa però nelle tre dimensioni, perché i disegni in 2d non rendono la stessa impronta sensazione lo stesso occhio, la stessa espressione.

In base alla mia sensibilità ho cercato di mettere giù uno schizzo bidimensionale  su un tuttotondo guardando il cartone animato.

Mi è stato di aiuto visionare il videogioco,  i personaggi sono molto più moderni ma mi sono serviti per prendere uno spunto per la plasticità, per capire determinate rotondità e particolari che sui cartoni animati, disegnati tra l’altro in maniera molto semplice e basica, non c’erano.

Fabio- Cosa intende per “in base alla mia sensibilità”?

Francesco Capoti- Ci sono nel campo musicale quelle persone con orecchio assoluto, alle quali basta ascoltare un brano per ripeterlo e magari senza neppure usare il rigo musicale. Ecco a me han detto che ho l’occhio assoluto. E’ una mia capacità di entrare nella “filosofia” dei personaggi ed estrapolarne la plasticità

Sono anche io un collezionista e mi metto nei panni di chi vorrebbe avere le statuine dei suoi personaggi preferiti: so che se voglio comprare un pezzo, seppur ad un costo basso, deve avere determinate caratteristiche che mi convincano a prenderlo, se no cosa lo compro a fare?

Sono i piccoli particolari: i vestiti, il ciuffo, la posa e il tutto mediato e ideato pensando anche alla composizione degli stampi e i sottosquadro.

Fabio- Come prosegue il lavoro?

Francesco Capoti- Una volta finita la modellazione si approva il rendering tridimensionale monocromatico, si procede col rendering a colori andando a decidere i colori pantone per ogni personaggio. Vengono mandati per l’approvazione ai licenziatari. Ci sono stati pochissimi cambi e dipende dal gusto: una sfumatura dei capelli, gli occhi più sul verde o sull’azzurro. Anche perché i colori dei cartoni animati erano assai sbiaditi ed ho dovuto quindi scegliere dei colori che più rendessero il personaggio. Il dialogo col cliente è stato continuo e meticoloso.

Il file di modellazione organica viene poi  trasformato in un file di forma matematica numerica che viene letto dalle macchine di stereolitografia. Queste macchine interpretano il file, sparano un fascio  laser che colpisce una vasca piena di resina fotosensibile, andando a formare strati successivi di resina solidificata. Questa tecnica permette la realizzazione di particolari molto dettagliati a livello di micron. Possiamo quindi lavorare sui dettagli della camicia, del volto…

Noi utilizziamo macchine di altissima qualità, usate anche per la gioielleria, e alcune di queste macchine non sono nemmeno in Italia, spediamo il file e ci recapitano il modellino.

Una volta che il modellino è colorato e supera le ultime approvazioni, viene dichiarato definitivo e messo in produzione. Tutto questo lavoro è portato avanti in team e non sarebbe stato possibile senza il lavoro dei miei collaboratori ai quali va il mio grazie per i successi che riusciamo ad ottenere.

Fabio- Visto che è nel settore da 25 anni, cosa è cambiato nella prototipazione con le nuove tecnologie?

Francesco Capoti- La differenza principale è il tempo e la mano. Anche prima si iniziava dai disegni turn around, solo che poi il personaggio veniva scolpito fisicamente, lo si faceva leggermente più grande del prodotto finale per avere più dettagli.

Si potevano usare due tecniche: aggiungere come la plastilina, o levare scolpire.

Si partiva da un materiale sintetico senza fibra facilmente modellabile o da un legno morbido con poche venature come il cirmolo.

Oggi la prototipazione prevede una iniziale fase di studio digitale nel fare il body, si procede con la modellazione digitale che imita il modo di lavorare del lavoro con la plastilina. Poi si crea un turn-around che permette di vedere in tutte le prospettive il soggetto andando ad aggiustare le proporzioni tra testa, corpo, occhi… cercando di creare nella tridimensionalità le sensazioni del disegno 2D.

Questo è possibile solo se si è fatto scultura e disegno di copia dal vero.

L’essermi formato ed allenato a tradurre la realtà in disegni 2D, come nella copia di modelli dal vivo, rende più facile ed intuitivo fare il processo inverso passando dal 2D alla scultura. Permette di capire il giusto corrispettivo volumetrico del personaggio

Fabio- La formazione di base artistica è quindi necessaria?

Francesco Capoti- Certamente, consiglio a tutti i giovani di allenare l’occhio e la mano nel sapere disegnare, copiare, scolpire dal vivo. Avere una base tecnica di disegno manuale, allenare l’occhio alle proporzioni e passare poi alla scultura. Questo permette di affinare la propria professionalità nella modellazione a computer. Oggi Kintana è costantemente alla ricerca di creativi e 3D designer.

Tutte le cose fatte puramente in digitale tendono a sembrare senza anima, cercare di dare un anima al personaggio modificando leggermente i dettagli, umanizzarlo un pochino, renderlo più “caldo”, dona alla statuina un effetto realistico migliore.

Fabio- Ci sono state varie versioni delle statuine?

Francesco Capoti- Le posizioni sono state scelte di comune accordo col licenziatario e il cliente. A parte alcuni particolari che abbiamo voluto mantenere sugli Yatta Robot, sui personaggi si è preferito non mettere loro nulla in mano. E’ stato deciso col cliente in base alle loro esigenze.

Fabio- Quali difficoltà in generale ci sono state nella realizzazione della serie?

Francesco Capoti- E’ stato un lavoro lungo e molto faticoso quello sui robot, sono pieni di piccoli particolari che rivestono tutto il corpo: sirene, leve, manovelle, campanelle… A volte i disegni erano discordanti.

La statuina che ha richiesto un lavoro di ricerca più profondo e particolare tra i personaggi è stata Miss Dronio, sopratutto per la maschera: non si riesce mai bene a capire fin dove le arriva sul volto. Abbiamo ricercato altre immagini e disegni per ottenere il più possibile l’effetto giusto del personaggio

In generale il problema era non avere dei disegni univoci, ogni volta i disegni avevano proporzioni, immagini e interpretazioni diverse del personaggio. Non si tratta solo di posizioni o smorfie diverse, ma proprio stili diversi.

Io ho dovuto mixare il tutto ed estrarre l’essenza fondamentale del personaggio.

nota: in effetti sappiamo come gli episodi sono stati disegnati da diverse squadre di animatori con stili e mano diverse.

Fabio- Ma lei conosceva questi cartoni animati prima di averci lavorato sopra?

Francesco Capoti- Si data la mia età qualcosa di Yattaman avevo già visto e a dirla tutta qualche statuina io l’avrei fatta in maniera diversa. Ovviamente però mi sono attenuto alle direttive e alle scelte del cliente.

Fabio- Non ci resta che salutarci signor Francesco, grazie di tutte queste informazioni interessantissime. La ringraziamo per il tempo che ci ha dedicato per l’intervista, per il materiale che ci ha fornito per la realizzazione delle schede di ogni statuina e per l’ottimo lavoro realizzato che i fan di Yattaman di tutto il mondo ci invidiano!

Francesco Capoti- Grazie a tutti voi, buona collezione!