La Sfinge egizia si presenta all'origine come un leone disteso sul terreno.
La testa riproduce quella del faraone ed è acconciata con il nemes, copricapo di tela rigata portato dai re.
Esistono anche Sfingi con la testa di sparviero (l'uccello che vedi qui a fianco) che rappresenta il dio egizio Horo- oppure con la testa di ariete raffiguranti il dio  Amon-Ra.



Il nome greco Sphýnx  deriva dalla parola egizia: shesep'ankh che vuol dire “immagine vivente” di Atum o del Signore dell'Universo. Infatti, a partire dalla 18ª dinastia di faraoni, la Sfinge fu associata al culto degli dei solari.
In principio la Sfinge è rappresentazione della forza invincibile, leonina, del faraone che attacca il nemico; in antichissime raffigurazioni di battaglie infatti troviamo il leone come immagine del sovrano.
 


Quella di Ghizeh è la più antica e la più grande. Misura 57 × 20 metri e fu ricavata da una roccia della cava usata per costruire la piramide di Cheope
Da questa piramide la Sfinge, che  raffigura il faraone Chefren della 4ª dinastia, sporge con la sola testa.
 

 


 

Alla sua sinistra si trova la rampa di accesso al tempio e alla piramide. La funzione sacra della Sfinge, nei templi e nei palazzi, è di guardiana e protettrice è collocata perciò abitualmente a lato delle porte di accesso.

 


Nulla a che vedere con indovinelli ed enigmi.
Infatti la Sfinge, rappresentata con corpo di leonessa alata e testa femminile fa parte dei miti dell'antica Grecia. Essa era figlia di Tifone e di Echidna fu inviata da Era  per punire Laio.
La Sfinge greca se ne stava accovacciata su una rupe nei pressi della città di Tebe e poneva ai passanti un indovinello:
“Qual è l'animale che al mattino cammina con quattro gambe, a mezzogiorno con due e alla sera con tre?”
Chi non sapeva rispondere finiva divorato dalla crudele creatura. Quando Edipo riuscì a dare la risposta giusta la soluzione era: “l'uomo”,  la Sfinge si uccise gettandosi dalla rupe. Infatti l'uomo quando è piccolo cammina a quattrozampe, poi diviene bambino ed impara a camminare con due gambe. Poi quando invecchia spesso ha bisogno di un bastone per appoggiarsi e quindi sembra che usi tre gambe.


In molti modi è stata rappresentata nell'arte greca; troviamo la Sfinge di Calidone al  Museo nazionale di Atene; quella dei Nassi a Delfi e  quella che interroga Edipo nei Musei vaticani. Numerose anche le raffigurazioni della Sfinge nell'arte etrusca e nei sarcofagi romani di età imperiale.

Oggetto di numerose dicerie è la storia del naso della Sfinge che per molti fu distrutto dai soldati di Napoleone, mentre negli ultimi tempi sembra che l'autore di questo gesto sia un Mamelucco, un guerriero che, visto il numero di persone che si recavano a pregare ai piedi della Sfinge, decise di distruggerla riuscendo, però, a romperle solo il naso.